Forse avrete sentito parlare di Catfish. E probabilmente ne avrete sentito parlare al di fuori del mondo dei pescatori. Letteralmente, catfish significa pesce gatto, ma al di là della zoologia ha un significato ben preciso nel mondo social di oggi. Si parla infatti di Catfish o catfishing quando ci si trova di fronte a qualcuno che si costruisce un’identità fittizia sui social, inventandosi lavoro, hobby, amicizie, opinioni, ma anche fotografie e immagini. In pratica, dà vita a un alter ego virtuale che vive una vita propria, distinto e a volte anche in contrasto con la persona reale, con opinioni e gusti diversi, a volte anche il sesso o l’orientamento sessuale è diverso.
Catfish nel mondo dei social e in tv
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Il termine Catfish si trova spesso accanto a socketpuppet, letteralmente pupazzo-calzino. Questa parola si riferisce a un’identità fittizia creata da un membro di una comunità, per esempio un gruppo Facebook. Questa persona ha quindi due o più profili all’interno dello stesso gruppo, con i quali dialoga come fossero persone diverse e, naturalmente, si dà ragione da solo nelle discussioni, in modo da avvalorare le sue tesi. In pratica, è uno e molti contemporaneamente.
Il Catfish in sé può anche essere innocuo: chi di noi, almeno una volta nella vita, non avrebbe voluto essere qualcun altro, anche solo per un’ora? E un serial su MTV, giunto ormai all’ottava stagione, parla proprio di questa tematica, con ragazzi che intrattengono rapporti virtuali con persone finte. Potremmo definirli attori che impersonano un ruolo diverso da sé stessi, e i protagonisti del serial cercano di scoprire la persona reale dietro alla facciata social.
Catfish: scherzo innocuo o reato?
Ora, tutto questo può anche andare bene, qualcuno potrebbe definirlo una delle mode di adolescenti senza null’altro da fare, magari insoddisfatti della propria vita. D’altra parte, l’amico o l’amica che racconta frottole credendo in questo modo di essere più interessante l’abbiamo avuta tutti. Forse ci ha creato qualche disagio, più probabilmente alla fine ci siamo fatti quattro risate, lui o lei se ne sono andati pieni di vergogna ed è finito lì.
Il problema sorge quando tutto questo viene fatto con il preciso intento di raggirare altri utenti. Un esempio molto semplice potrebbero essere le aste di eBay: se il venditore ha contemporaneamente uno o più altri profili, potrà manovrare l’asta con finti rialzi in modo da spingere chi sia interessato all’acquisto a seguire il rialzo, e quindi alla fine aggiudicarsi l’oggetto a un prezzo artificialmente maggiorato.
Catfishing sui siti d’incontri
Peggio ancora in altre occasioni, per esempio se il catfishing avviene su un sito d’incontri. Qui le cose si possono fare ancora più serie. Diciamo subito che i siti d’incontri non hanno responsabilità per questo, e che effettivamente davvero molte persone hanno costruito relazioni ottime incontrandosi proprio su questi siti, quindi il problema non è il sito in sé stesso, ma l’uso che ne fanno i truffatori.
Per esempio, col tempo ci si può trovare invischiati in una relazione con una persona che non si è mai vista, relazione certo virtuale ma anche sentimentalmente coinvolgente, fatta di messaggi di testo o vocali, di scambio di opinioni e chiacchiere, esattamente come in una relazione reale. Ma, esattamente come in una relazione reale, anche in questo caso chi è dall’altra parte può mentire in modo deliberato e volontario su di sé e sulle proprie intenzioni. Solo che in una relazione virtuale è più difficile scoprire l’inganno. Lo scopo del truffatore o truffatrice, in questi casi, è acquisire informazioni personali dell’altra persona, magari anche farsi inviare foto di nudo o compromettenti, per passare al ricatto.
Quindi, in conclusione, si può rispondere alla domanda del titolo: sì, il Catfish è un reato sia in sé e sia soprattutto quando nella sua pratica si configurano reati come truffa, turbativa d’asta o ricatto.
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