Nel conto corrente la gente non va a depositare solo i propri risparmi: questi soldi sono frutto di molti sacrifici, di privazioni e di duro ed estenuante lavoro. Tutto questo con la speranza un giorno di poter avere un futuro roseo dal punto di vista economico. Un conto in banca costituisce un salvagente per i rischi del futuro o, ad esempio, la liquidazione necessaria per sopravvivere in assenza di una pensione accettabile.
In questo articolo andremo ad esaminare i rischi di eventuali debiti accumulati proprio sul conto corrente, analizzando una delle peggiori conseguenze in ambito giuridico e fiscale: i pignoramento conto corrente.
Cosa si intende per pignoramenti conto corrente?
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Una conseguenza molto grave che può verificarsi nel caso in cui si abbiano dei debiti è il pignoramento. Questo processo esecutivo prevede l’espropriazione forzata dei beni del debito accumulato.
Questa pratica diventa automatica nel caso in cui il diretto interessato, dopo aver ricevuto l’avviso, non abbia provveduto al saldo della cartella esattoriale entro un termine di sessanta giorni massimo dal richiamo.
Il pignoramento può essere di vari tipi: immobiliare, se ha ad esempio per oggetto beni immobili, mobiliare se ha per oggetto cose di tipo mobile e infine presso terzi, se gli oggetti del debitore sono nella disponibilità di terzi. Un esempio di quest’ultimo caso è il pignoramento del saldo creditore di un conto corrente.
Per conto di chi avviene?
Equitalia è stata la società che si occupava della riscossione delle imposte a livello nazionale. Dunque, i pignoramenti del conto corrente erano attuati da Equitalia. Tuttavia, recentemente è stato stabilito di conferire il potere totale all’Agenzia delle Entrate.
Il cambiamento, avvenuto non solo nel nome dell’ente, comporta che i termini del pignoramento facciano affidamento alle vecchie cartelle in vigore già dai tempi della società precedente. In questo modo si è cercato di rendere più forte e soprattutto precisa l’azione tesa a contrastare frodi fiscali sulla tassazione nazionale.
Procedura
Il procedimento si avvia con la valutazione e la ricerca dei beni da pignorare attraverso modalità telematiche. Questo è necessario per poter acquisire tutte le informazioni che possono servire ad individuare elementi da sottoporre all’esecuzione giuridica.
In ogni caso, il pignoramento del conto corrente bancario consiste nel blocco del conto, che può sfociare in un trasferimento delle cifre presenti sullo stesso ad un altro soggetto.
Questo fenomeno può riguardare anche il pignoramento dello stipendio o della pensione. Importante da segnalare, però è il fatto che lo stipendio non è pignorabile per intero, in quanto la legge impone che sia garantita al debitore una cifra minima con la quale vivere e sostenere la famiglia.
Il blocco del conto corrente per pignoramento si attiva per mezzo dalla banca quando quest’ultima decide di volersi tutelare dai rischi o dopo che ha ricevuto una notifica dell’Autorità giudiziaria.
Nel momento in cui tutta questa procedura avviene, il correntista viene avvisato del conto corrente pignorato
Il tutto verrà poi comunicato alla banca che, da quel momento in poi, non permetterà più prelievi a causa del conto pignorato.
Regolamentazione
Per legge, tale procedura è soggetta a dei limiti: 1/10 dello stipendio se l’importo non supera i 2.500 euro, 1/7 dello stipendio se l’importo non supera i 5.000 euro, 1/5 dello stipendio se l’importo è superiore ai 5.000 euro. Inoltre, se lo stipendio è inferiore ai 300 euro, non è proprio possibile effettuare alcun prelievo.
Nel 2021 il pignoramento di uno stipendio che sia già stato versato su un conto di qualsiasi genere potrà essere portato a termine solamente sulle somme superiori a 1.380,84 euro.
Se i limiti appena citati vengono superati, il pignoramento risulta inefficace e soprattutto può essere rilevata anche d’ufficio dal giudice.
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