Licenziamenti pubblico impiego

CHI SONO I DIPENDENTI PUBBLICI

Con il termine dipendenti pubblici si intendono i lavoratori assunti dalle pubbliche amministrazioni.

Per amministrazioni pubbliche si intendono:

  • tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative;
  • le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo;
  • le Regioni, le Province, i Comuni, le comunità montane e loro consorzi e associazioni;
  • le istituzioni universitarie;
  • gli Istituti autonomi case popolari;
  • le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura e loro associazioni;
  • tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali;
  • le amministrazioni, le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale.

LICENZIAMENTI PUBBLICO IMPIEGO: IL RUOLO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Il ruolo della pubblica amministrazione e dei licenziamenti  nel pubblico impiego, oggi con la crisi in atto e considerando la precarietà del lavoro, diventa sempre più centrale.

Purtroppo stiamo vivendo un periodo storico, quello del Coronavirus, in cui il posto fisso è diventato un lusso. Ogni giorno accendiamo alla TV e vediamo immagini di rivolte e di persone che non riescono ad arrivare a fine mese o che sono stati costretti a chiudere la loro attività per sempre. Sempre più spesso si parla infatti di licenziamenti nel pubblico impiego.

Il fulcro dell’attenzione si è spostato sull’efficienza dei dipendenti pubblici e statali che sembrano detenere un posto oggi divenuto assai ambito ovvero il posto di lavoro fisso.

Perché si parla sempre più spesso di licenziamento nella pubblica amministrazione?

Dai dati attuali emerge un divario sempre più ampio tra settore pubblico e privato anche sul tema dell’assenteismo.

Sembra che l’ago della bilancia propenda sempre di più a segnalare un numero maggiore di assenze in particolare tra i dipendenti del settore pubblico.

Dato preoccupante è quello che segnala un aumento dei casi di licenziamento per giusta causa da ricondurre al problema dell’assenteismo. Questo è un tema fondamentale che induce ad effettuare sempre più controlli favorendo il fenomeno dei licenziamenti nel pubblico impiego.

La lotta all’assenteismo viene combattuta oggi dalla Pubblica Amministrazione con la proposta, ad esempio, di ricorrere sempre di più alle impronte digitali per fugare il problema dei “furbetti del cartellino”.

CAUSE LICENZIAMENTO DIPENDENTI PUBBLICI

Licenziamenti pubblico impiego per motivi disciplinari

Si è portati a pensare che non sia mai possibile licenziare un dipendente pubblico. In effetti nelle amministrazioni pubbliche è molto raro che si proceda a dei licenziamenti anche quando sono sotto gli occhi di tutti episodi gravi di negligenza e di abuso da parte dei lavoratori pubblici. In realtà dal punto di vista giuridico il licenziamento del dipendente pubblico non è poi così diverso da quello del dipendente privato.

Il dipendente pubblico può essere licenziato per motivi disciplinari dall’attività prestata presso la P.A. a seconda della gravità dei fatti compiuti, con o senza preavviso.

Prima di tutto è fondamentale capire un concetto. Il lavoro è un diritto sacrosanto di ognuno di noi, sancito dall’art. 4 della Costituzione che recita proprio cosi’ “Il lavoro è un diritto sacrosanto di un sistema democratico come il nostro, improntato a una visone dell’uomo come persona e come cittadino parte di una comunità organizzata”. Lavorando, abbiamo sia diritti, prestiamo infatti un’attività in favore di qualcuno, ma abbiamo anche dei doveri. Tutto questo è alla base del rapporto fiduciario che ci deve per forza essere tra dipendente e datore di lavoro.

Firmando il contratto di lavoro il dipendente pubblico, ma la stessa cosa vale anche per il settore privato, devo sottostrare all’obbligo di fedeltà. Il venir meno del rapporto fiduciario a seguito di una condotta del lavoratore contraria alla legge può comportare un provvedimento disciplinare o, nei casi più gravi, anche il licenziamento, che può essere intimato dal datore di lavoro con o senza preavviso.

Licenziamenti con preavviso

  • Si assenta dal lavoro senza dare motivazioni né comunicazioni, per tre giorni (anche non continuativi) in un biennio o per sette giorni nell’arco di un decennio;
  • Rifiuta, senza giustificato motivo, il trasferimento ad un’altra sede, deciso dal datore;
  • Non riprende il servizio dopo essersi assentato dal lavoro, senza darne adeguata motivazione, per più di quindici giorni;
  • Nell’arco di un biennio, in maniera continuativa, ha registrato scarso rendimento a lavoro o ha messo in atto un atteggiamento di negligenza oppure non presenta più il requisito dell’idoneità psico-fisica.
  • Commette molestie sessuali nell’arco di un biennio;
  • Nell’arco del biennio e in maniera frequente, mette in atto delle condotte aggressive, offensive e di violenza verbale, fisica o psicologica che abbiano creato danni alla sfera fisica e/o emotiva di un collega o di un terzo (es. il mobbing);
  • Ha subìto, sul luogo di lavoro, durante lo svolgimento della sua attività o anche al di là della stessa, una condanna passata in giudicato, anche per reati non direttamente collegati o ricollegabili all’esercizio della sua attività lavorativa;

Licenziamenti senza preavviso

  • Per almeno tre volte ripetute nel corso di un biennio, ha perpetrato minacce, offese gravi, ingiurie e calunnie o messo in atto qualsiasi tipo di condotta ingiuriosa di un certo peso, nei confronti sia dei colleghi che di tutti i dipendenti dell’amministrazione, oltre che nei confronti del pubblico, come nel caso di uno sportello che riceve clientela per determinati servizi;
  • Abbia dichiarato il falso al momento della sottoscrizione del contratto di lavoro o per progressioni di carriera;
  • Abbia prodotto documentazione falsa o contraffatta successivamente o se il contratto di lavoro stesso è stato sottoscritto sulla base di una falsa documentazione;
  • Abbia commesso verso terzi atti dolosi, anche se non rilevanti penalmente, comunque gravi da non poter permettere al dipendente di proseguire la propria attività;
  • Abbia prodotto falsa attestazione della presenza sul luogo di lavoro (si veda la questione dei cd “furbetti del cartellino”) o abbia alterato il rilevamento della presenza in servizio in modo fraudolento o abbia prodotto un certificato medico falso o falsato, riportante uno stato di malattia inesistente;
  • Abbia ricevuto una condanna penale definitiva (tale è una situazione in cui non è ammissibile alcuna impugnazione ordinaria contro la sentenza) a suo carico. Questo fa scattare non solo il licenziamento disciplinare senza preavviso immediato, ma l’immediata interruzione del rapporto di lavoro e la sanzione cd accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, che può essere temporanea o assoluta (vale a dire l’impossibilità di poter nuovamente ricoprire incarichi pubblici per un certo periodo o mai più).

LICENZIAMENTO PUBBLICI DIPENDENTI E DISOCCUPAZIONE

Il dipendente pubblico licenziato, o meglio cessato dal servizio, ha diritto, innanzitutto, alla liquidazione, in regime di Tfr (trattamento di fine rapporto) o di Tfs (trattamento di fine servizio): l’indennità, difatti, non è un premio che spetta solo al pensionamento, ma fa parte a tutti gli effetti della retribuzione del lavoratore.

Al dipendente spettano poi i ratei della tredicesima mensilità (per alcune categorie di lavoratori sono previste mensilità aggiuntive ulteriori), la liquidazione dei permessi e delle ferie non goduti.

Chi viene licenziato per giusta causa ha diritto alla disoccupazione?

Se il dipendente è stato licenziato per giusta causa, non spetta l’indennità di mancato preavviso. Spetta invece, nonostante la cessazione per giusta causa, l’indennità di disoccupazione Naspi, se il lavoratore è assunto a tempo determinato. La Naspi non spetta ai dipendenti pubblici assunti a tempo indeterminato, nonostante il licenziamento.

I dipendenti pubblici a tempo indeterminato non hanno comunque diritto alla Naspi, in quanto per questa categoria non è previsto il pagamento all’Inps dell’aliquota contributiva di finanziamento della prestazione.

Hanno invece il diritto di ricevere la Naspi i dipendenti a tempo determinato cessati dal servizio.

Ai fini del diritto alla Naspi sono necessarie:

  • il possesso di almeno 13 settimane di contributi da lavoro dipendente negli ultimi 4 anni;
  • il possesso di almeno 30 giornate di effettivo lavoro nell’anno.

Il lavoratore che ha perso l’impiego pubblico involontariamente può comunque beneficiare del reddito di cittadinanza, sussistendo tutti i requisiti richiesti in capo all’intero nucleo familiare.

LICENZIAMENTO NEL PUBBLICO IMPIEGO: IL RUOLO FONDAMENTALE DELL’AGENZIA INVESTIGATIVA

Come è possibile, dunque, dimostrare l’illecito compiuto da dipendenti del settore pubblico?

Il lavoro principale è quello della raccolta di elementi probatori che consentano l’illecito da parte del dipendente.

In questo scenario entra in gioco il ruolo dell’agenzia investigativa. Agenzia che sia riconosciuta legalmente e che quindi abbia tutte le autorizzazioni per compiere le proprie indagini.

L’Agenzia investigativa si occuperà di raccogliere la documentazione in un Dossier che sarà utilizzato in sede giuridica.

In questo senso, soprattutto negli ultimi anni, è stato chiaro che l’orientamento giuridico è quello che favorisce il lavoro svolto dalle agenzie investigative private per dimostrare o meno l’esigenza di ricorrere al licenziamento di dipendenti del settore pubblico.

Vuoi maggiori informazioni al riguardo? Non aspettare oltre, contattaci subito. Siamo con sede a Catania ma operiamo su tutto il territorio nazionale.

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